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CORRIERE della SERA
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2009-08-28
dopo l'ultimo caso a lamezia terme di un giovane morto per un'operazione all'appendice
Ispettori negli ospedali della Calabria
La decisione del ministro Sacconi: sono chiamati a far luce sulle cause dei decessi
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CATANZARO - Giovedì un'altra morte sospetta in un ospedale della Calabria, quello di Lamezia Terme, dopo un intervento chirurgico per appendicite acuta e, dopo 24 ore, il ministro Sacconi invia ispettori a far luce sui casi recenti di sospetta malasanità nella regione.
L'ULTIMA VITTIMA - Giuseppe Francolino, 26 anni, originario di Tropea (Vibo Valentia), secondo quanto si è appreso si era recato all'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia il 17 agosto con dolori all'addome. In quell'occasione gli erano stati prescritti antidolorifici. Tuttavia in seguito al persistere dei dolori il giovane è stato ricoverato all'ospedale di Lamezia Terme, dove è stato operato nei giorni scorsi di appendicectomia. Giocvedì sono giunte le complicanze che hanno portato al decesso. I familiari hanno sporto denuncia ai carabinieri. "Mio figlio non ha avuto un soccorso immediato, poi le cose si son complicate ed è morto": è l'atto di accusa di Domenico Francolino, il padre di Giuseppe, il ragazzo di 26 anni morto nella tarda mattinata di ieri nell'ospedale di Lamezia Terme dopo essere stato sottoposto, nei giorni scorsi, ad un intervento chirurgico per peritonite.
L'INVIO DEGLI ISPETTORI - Gli ispettori del ministero della Salute collaboreranno col Servizio sanitario della Regione Calabria per accertare le cause dei sei decessi che si sono verificati negli ultimi 20 giorni in Calabria. A deciderlo è stato il ministro Maurizio Sacconi, dopo la catena di morti sospette che si sono verificate negli ultimi giorni, a cominciare da quella di Sara Sarti, la bambina di cinque anni deceduta lunedì scorso nell'ospedale di Locri.
28 agosto 2009
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REPUBBLICA
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2009-08-29
Mazzarino, la protesta continua
Gli abitanti sul piede di guerra
Abitanti in rivolta dopo la morte di Filippo Li Gambi: giovedì scorso dopo un grave incidente era stato ricoverato all'ospedale del paese ma la sala operatoria era chiusa. I medici l'avevano trasferito a Caltanissetta ma un'emorragia l'ha ucciso appena arrivato in ospedale
Non si ferma la protesta degli abitanti di Mazzarino contro la chiusura dell'ospedale "Santo Stefano". I manifestanti, che per due giorni hanno bloccato la statale 626 e dalla notte scorsa anche lo svincolo dell’autostrada A 19, questa mattina hanno rimosso i blocchi dopo la decisione del prefetto di Caltanissetta Vincenzo Petrucci di convocare un vertice in Prefettura e si sono trasferiti sotto il palazzo del Governo dove hanno improvvisato un sit in.
Durante l’incontro si è deciso di rinviare di quattro mesi, cioè fino al 31 dicembre, la chiusura dell’ospedale in attesa di una soluzione definitiva. Ma l’esito del vertice non ha soddisfatto i cittadini, che hanno protestato in massa davanti al palazzo del Governo. Quando il sindaco del paese, Vincenzo D'Asaro, ha comunicato i risultati, dalla folla si è levato il grido "buffoni, buffoni". I manifestanti al momento rimangono di fronte alla prefettura.
Itanto in paese per il secondo giorno consecutivo restano chiusi tutti i negozi. Aperti solo gli uffici postali e le farmacie.
A scatenare la protesta degli abitanti del comune in provincia di Caltanissetta, la morte di Filippo Li Gambi: giovedì scorso il ragazzo era stato ricoverato dopo un grave incidente all'ospedale del paese ma la sala operatoria era chiusa e i medici l'avevano fatto trasferire al "Sant'Elia" di Caltanissetta, dov'era morto subito dopo il ricovero probabilmente a causa di una grave emorragia. Il padre di Filippo, Giovanni, subito dopo i funerali del ragazzo si è incatenato al cancello dell'ospedale e non sembra intenzionato a muoversi: "Mi devono dire perchè è morto mio figlio, mi devono spiegare perchè la sala operatoria era chiusa da tre mesi", ha spiegato.
Il gesto di Giovanni Li Gambi ha dato il via alla protesta degli abitanti che per due giorni hanno bloccato in più punti la strada 626 Caltanissetta-Gela con autovetture e trattori e la notte scorsa hanno bloccato anche la bretella autostradale di Caltanissetta che collega la città all'A19 Palermo-Catania. La situazione si è sbloccata solo questa mattina grazie all'intervento del sindaco di Mazzarino Vincenzo D'Asaro che ha incontrato i manifestanti, e del Prefetto di Caltanissetta Vincenzo Petrucci che ha convocato il vertice in prefettura.
Il Ministro del Welfare Maurizio Sacconi intanto ha richiesto una relazione alla Regione Sicilia sulle dinamiche che hanno condotto alla morte di Filippo Li Gambi. La procura della Repubblica del tribunale di Gela ha aperto un'inchiesta mentre l'assessore regionale alla sanità ha disposto un'ispezione ai due nosocomi.
Il sindaco D'Asaro, con una lettera, ha rivolto un accorato appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perchè intervenga personalmente per bloccare il progetto di rimodulazione che decreta il declassamento del "S. Stefano" di Mazzarino da ospedale a presidio territoriale di assistenza, cioè un pronto soccorso senza ricovero per i casi acuti.
(28 agosto 2009)
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L'UNITA'
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2009-08-29
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il SOLE 24 ORE
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2009-08-29
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